Questa pagina non è una recensione del libro, bensì una “raccolta” di foto scattate da chi scrive e dalla fotografa, amica e collaboratrice costante di queste pagine, Giovanna Soldatini.
Ripubblichiamo anche le foto apparse su fb qualche giorno fa; lo facciamo, per un semplice motivo a cui abbiamo accennato in altra occasione: Le cose (articoli, foto o altro) che vengono postate su “face”, sono come le rose (che durano, un giorno, un’ora e non più), mentre per un avvenimento che consideriamo di rilievo per la nostra comunità, come è appunto l’incontro con Caputo di venerdì 15 maggio, la soluzione resta quella di conservarne traccia nel tempo e, questa pagina ha appunto, questo scopo.
Le Foto: L'autore Carmine Caputo.
"Approfitto di questa occasione, per un messaggio positivo ai ragazzi “teenager stattesi”. Loro affermano che,l’attuale piazza non è bella come l’avrebbero desiderato, io dico loro, che a quei tempi noi non l’avevamo una piazza".
“I nostri luoghi di ritrovo serale erano nei pressi del negozio di Gino Del Giudice e negli angoli adiacenti, dove non c’erano nemmeno le panchine; invito voi giovani ad amare il nostro paese, la nostra comunità, le nostre tradizioni ed il nostro senso comune di appartenenza e guardare il tutto con un pizzico di positività e di orgoglio.
Tanti nostri concittadini, andando al nord, credendo di integrarsi più facilmente, hanno fretta di “dimenticare” il nostro dialetto. Io sono orgoglioso di affermare che, invece, cerco di “esportarlo”, tanto che i miei interlocutori, dopo trenta secondi di conversazione intuiscono la mia provenienza pugliese. Siate anche voi orgogliosi di questo.
Ad un “input” di Roberta Criscio che gli chiedeva se lui avesse nostalgia della Statte di quei tempi e di quel periodo Caputo ribatteva:
“Dico la verità, non ho una vera e propria nostalgia di quei tempi, perché Statte, era ancora “sottomessa” ai voleri ed alle decisioni di Taranto; era un momento difficile per noi e per la nostra cittadina; per contro, è proprio nei momenti difficili, che si creano legami forti di amicizia che sono poi quelli, che rimangono per tutta la vita.
Per concludere: nostalgia no ma, per me, è stato un periodo, comunque utile, alla formazione dei rapporti umani”.
Angelo Miccoli sindaco di Statte.
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Il sindaco Angelo Miccoli (Foto Leonardo Del Giudice) |
Angelo Miccoli.“Siamo sempre molto lieti quando i giovani autori, scelgono di presentare le loro opere nella nostra biblioteca, lo siamo ancora di più questa sera, in occasione di questo incontro con Carmine Caputo che, pur lavorando a Bologna, ha mantenuto con orgoglio i legami con la nostra comunità.
Il suo talento di scrittore gli è servito (nella sua precedente opera, “Ballata in Sud Minore”), per raccontare la Statte della sua adolescenza e del periodo della nostra conquista dell’Autonomia Comunale. Appunto quel periodo di 22 anni fa, ha visto protagonista tutta la nostra gente, e ha dato un impulso culturale straordinario che forse non ha l’uguale nella provincia e forse anche nella regione.
Da allora, vi è stato, tutto un rifiorire di iniziative, che hanno visto crescere in modo straordinario la nostra comunità. Ripeto, Carmine è un cittadino che ha contribuito a questo sviluppo culturale e ad accrescere il prestigio di Statte. Facciamogli quindi un “in bocca al lupo”, affinché questa nuova opera ottenga il successo che merita.
Armando Grassi assessore alla cultura del Comune di Statte.
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Armando Grassi. Foto Leonardo Del Giudice |
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Armando Grassi. Foto Leonardo Del Giudice |
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Armando Grassi. Foto Giovanna Soldatini |
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Foto Giovanna Soldatini |
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Foto Giovanna Soldatini |
Armando Grassi:“Per me è una grande soddisfazione partecipare a questo incontro con Carmine Caputo; la nostra amicizia pluriennale ha consentito una conoscenza reciproca straordinaria; per me, lui è stato sempre un punto di riferimento, con la sua straordinaria arguzia che raramente, ho potuto riscontrare in altri amici”.
Carmine è maturato – ha continuato Armando Grassi - grazie alle sue doti e grazie all’ambiente famigliare che lo ha messo nelle condizioni più favorevoli possibili e, spesso, sono appunto questi stimoli a far maturare al massimo individui e comunità.
In analogia con il “percorso culturale virtuoso” di Carmine, percorso favorito anche dagli stimoli positivi avuti dalla sua famiglia, credo che, anche la crescita culturale della nostra comunità sia cresciuta grazie agli stimoli positivi sia pure di altra natura, come quelli, della nostra Biblioteca con Agnese Giandomenico e Mario Pennuzzi e con l’operato “logistico” di questa amministrazione, che ne ha favorito il “percorso virtuoso”.
Roberta Criscio giornalista: moderatrice e presentatrice della serata.
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Foto Giovanna Soldatini |
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Foto Leonardo Del Giudice |
Roberta Criscio. Premettiamo che Roberta, insieme a due “compagni di viaggio” eccezionali, la professoressa Lucia Calabrese e l’attore Dino Spadaro hanno letto o meglio, recitato, alcuni passi veramente godibili del libro stesso.
Il trio si è esibito in godibili letture di alcuni passi del libro, letture che a tratti, si sono trasformate in miniscene recitate.
La stessa Roberta Criscio, ha moderato e condotto questo incontro con Carmine Caputo, in modo esemplare, con equilibrio e discernimento, sia delineando la trama del libro, sia coinvolgendo l’autore con domande interessanti e pertinenti, che hanno permesso all’autore stesso, di rivelare molto, della sua personalità, della sua formazione giovanile, del suo attaccamento per Statte e per il suo ambiente.
Ecco come Roberta ha delineato la trama del libro stesso:
“Ester e Priscilla, due amiche bolognesi con caratteri agli antipodi, una riservata e timida e l’altra completamente disinibita, si preparano per un viaggio a Corfù: noleggiata un’auto, per raggiungere il punto d’imbarco del traghetto da Brindisi, finiscono invece, per trovarsi nei pressi di un cimitero a Statte, dopo aver sbagliato l’uscita dell’autostrada.
“Le due ragazze vengono a trovarsi in uno strano regno futuro, in un ambiente che ha subìto un profondo cambiamento rendendo irriconoscibili gli stessi abitanti.
“Qui, si trovano coinvolte in uno bizzarro traffico di rifiuti tossici. In questo strano "regno", vi sono conflitti interni tra strane popolazioni con nomi chiaramente stattesi, Mucedìje, (sporcizie), Sparatrapp (cerotti per medicazioni) e così via, tra situazioni surreali e spesso comiche.
“In ogni modo le ragazze, fanno da pacieri (con le buone o con le cattive) e restituiscono a quelle popolazioni ormai “quasi perdute” un minimo di dignità e di speranza nell’avvenire”.
Dell’intervento di Carmine Caputo abbiamo accennato all’inizio di questa pagina.
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Uno dei due protagonisti di sempre a cui si deve lo straordinario prestigio di cui gode la Biblioteca di Statte: Agnese Giandomenico. L'altro protagonista non poteva essere, il colto e saggio direttore Mario Pennuzzi. Foto Leonardo Del Giudice |
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Foto Giovanna Soldatini |
Di Carmine Caputo, abbiamo apprezzato, il suo talento di scrittore con la fluidità e scorrevolezza che già conoscevamo dalla sua precedente opera; abbiamo apprezzato la sua maturità e saggezza non molto frequenti nei ragazzi della sua età. Le sue idee sull'ambiente sono di una ragionevolezza che vorremmo vedere in tanti dei nostri ragazzi e adulti. Abbiamo insomma capito, che Carmine, ha voluto e saputo recepire i valori sani trasmessi dalla sua sana famiglia, ciò che di questi tempi di malinteso senso di indipendenza, non sempre avviene nei nostri giovani. Abbiamo apprezzato il suo orgoglio di essere stattese, che riesce a trasmettere anche agli amici del nord.
Insomma: Carmine sei orgoglioso della tua Statte e noi stattesi siamo orgogliosi di te. In bocca al lupo per tutto quello che desideri dalla vita.
Infine, a chiusura di questa pagina, dedicata ad una “bella serata” ecco, un antico proverbio indiano, citato da Carmine Caputo, a proposito dell’ambiente, che è uno degli argomenti “chiave” del suo libro:
La Terra non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri, ma ci è stata data in prestito dai nostri figli". (Custodiamola) Proverbio indiano.